Armonizzare l’aliquota iva
Numero: 6 - Anno: 2008
Pagina/e di riferimento: 35
Quella del 4 giugno a Vienna è stata la prima riunione dei Veterinary Statutory Bodies (VSB) a cui ha partecipato
la rappresentanza italiana. All’incontro erano presenti gli Ordini veterinari di tredici Paesi, impegnati
nella regolamentazione della professione “trasfrontaliera” attraverso il “Code of Conduct”, abbinando
ad esso il “Veterinary Act” per dare a quest’ultimo maggior spessore e facilitarne l’ufficializzazione.
All’interno della discussione sulla necessità di potersi muovere nella UE conoscendo le regole e le leggi di
ogni Stato Membro, ho ritenuto opportuno perorare la causa dell’armonizzazione dell’ IVA (in Europa
VAT Value Added Tax), già sollevata in UEVP ( Union of European Veterinary Practitioners) per abbattere
le barriere fiscali che gravano sui professionisti. Ma non solo per questo: l’aliquota italiana del 20%
accomuna gli animali da compagnia ad un bene di lusso, togliendo loro quell’importanza che hanno nel
rapporto con le persone, sia per gli anziani che per i bambini, e rischiando di determinare un effetto negativo
per quell’animal welfare che perseguiamo da sempre.
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